"Ouhhh yeaaaaaah! 'twas greeat! How wonderful was Homer's redemption! He was in struggle to repair what he destroyed! Very educational!"
Questo discorso è stato registrato da un telefonino all'uscita di un cinema americano, a discutere erano due rattrappite vedove/omicide avvolte da strati di vero pelo (real peel) di mammiferi di varia origine e specie.
Effettivamentemente (avrebbe detto quel simpatico mattacchione di Cetto la Qualunque, aka Antonio Albanese), il film "The Simpsons", di Matt Groening, potrebbe essere letto come la parabola dell'homo industrialis consumisticus che, dopo aver portato il proprio habitat all'esasperazione e parecchi individui alla morte e i parenti all'inkazzatura, pone rimedio ai suoi danni.
Se la metafora fosse questa, idem est "Ehy men, occhio all'ambiente che vi circonda perchè altrimenti diventa dura (eufemismo)"; è palese che in quel di Capitanata, nobile terra di furbacchiotti senza quartiere, non sia stata compresa da quelle merde che lucrano con gli escrementi della società, i rifiuti. O molto verosimilmente si son fatte le classiche orecchie da mercante, e secondo me pure un bel piatto di tortelloni ai funghi con ragù alla facciaccia nostra (come diceva il principe Antonio de Curtis alias Totò).
Ve lo dico immantinente, cari i miei fantasmagorici o fantasmiaci lettori, sumendolo in un'unica parola la cui etimologia è fuorviante: BONASSISA!
(Possessore di cotanto "mal di Dio". A proposito, Egli dove è? Che fa?)
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