lunedì 30 giugno 2008

Bortolo e il Cavallo

“L’orto! L’orto!”, gridò Bortolo.
Eh si, tutto l’orto era rotto, distrutto.
Sicchè un problema era sorto.
A Bortolo era stato fatto un torto.
Qualcuno, obtorto collo, doveva il maltolto.
Un corto cavallo al trotto.
“Morto, lo voglio”, disse Bortolo, e si denudò il torso.

Cavallo distratto,
tutto gli trottava storto.
Bortolo lo strattonò,
a tratti, lo trasse a se,
una faretra estrasse,
ma si tradusse in un morso.

Trotta d'un tratto, cavallo, vola via.

martedì 10 giugno 2008

Falsi sinonimi

Ho scoperto del trevigiano ospedale la denominazione...

"Ca' Foncello"...

A Foggia, siffatta struttura, giammai avrebbe preso piede;
troppe le derisioni, innumerevoli le astensioni.

Penso che ogni spiegazione sia superflua.

p.s. Il nome dell'ospedale è davvero quello.

giovedì 5 giugno 2008

Fiati Sprecati

Poesia scaturita da un "viaggio". Non è successo, ma potrebbe succedere. Questa convinzione è dovuta ad un personale pregiudizio, ma in parte anche è un esperienza consuetudinaria.

"Ancora co' 'sta cosa!"

Vespro.
S'avvicina timida, la luna.

Inibizioni forzate.
Obiezioni ingiustificate.

Denti furenti e digrignati,
nessun soffio
ad alimentare quell'armonica.

Suoni vietati.
Regolamenti borghesi.
Convivenze condominiali.

"Ah, che pace!
Che tranquillità!"

Dittatura della maggioranza.
Maggioranza di stronzi.

Parlano solo le antenne tv.

mercoledì 4 giugno 2008

Meriggi Toscani


Un'altra poesia. La cui genesi è tutta particolare.
Mi trovavo nel weekend nella Libera Repubblica di Santellero, ospite della ragazza che ospito nel cuore, a ristorare il cervello e rinfrancare lo spirito in mezzo alla natura paesaggisticamente splendida dei colli fiorentini. Era sabato, e si svolgeva la festa di "Liberarti". Nel pomeriggio ho partecipato ad un laboratorio di scrittura dal titolo "Scritturalia - Letteratura dall'orto". Bellissimo. Eravamo tutti in cerchio tra cipolle, rape ed erbette selvatiche. Ognuno di noi ha scelto un tema da sviluppare su un foglietto, che è stato poi posto nel più cabarettistico dei cappelli a cilindro. Indi, è stato sorteggiato un tema da suddetto cappello, e su quello abbiamo scritto a scelta una poesia, una filastrocca o un racconto breve. Ci siamo dati circa venti minuti per farlo, ognuno liberamente dislocato in un luogo della collina su cui si erge il cascinale della Repubblica. Poi, nuovamente riuniti in cerchio ospiti del prato naturale antistante la casa, abbiamo condiviso i nostri lavori. Per la cronaca, l'argomento sorteggiato è risultato essere "I piedi"...mi sono sentito inizialmente spaesato, ma poi...ecco la mia produzione...buona lettura.

La campagna di Russia
Orme nella neve.
Stivali rotti, sterili cornici per pelli atrofizzate.
Camminate ancora. Attraverso la steppa.
"Step by step; bloody foot".
Fu tutta una futilità.

Cantine silenti.
Niente piedi a preparar mosti bollenti.
Erba incolta, nessuna traccia.
Terra piatta non piallata.

Il tip-tap, un lontano ricordo.