giovedì 26 marzo 2009

Vittime della disperazione

E’ inutile. Il linguaggio, le espressioni linguistiche non sono casuali. Sono fondamentali. E sempre con un fine ben preciso.
Il TG2 delle 13 di ieri, 25 marzo, lancia il servizio sul disoccupato che si è dato fuoco davanti al Campidoglio. Il giornalista, di cui ignoro l’identità, si lancia in una mirabolante espressione, un misto di esoterismo e giornalismo investigativo, dicendo: “l’uomo, VITTIMA DELLA DISPERAZIONE”….Perfetto! Abbiamo trovato il colpevole, la disperazione…arrestiamola subito!
Dire: “L’uomo, disperato, vittima del sistema, del precario mondo del lavoro, della disoccupazione etc.”…pareva veramente brutto. Brutto e oltraggioso. Oltraggioso verso i vertici di quel telegiornale che sono ramificazioni degli stessi che danno il pane all’ardito giornalista e sono al Governo ad emendare leggi inique e concedetemelo, altamente discutibili.
Ma in definitiva, se il discorso è questo…allora la prossima volta che potrò rubare, lo farò…perché tanto, “se l’occasione fa l’uomo ladro”, arrestiamo lei, visto che è il mandante…

p.s. Tanto per rendere l'idea del discutibilismo incalzante...leggete come scrive "LiberoNews" la notizia sopra raccontata:
Uomo si dà fuoco in Campidoglio. Hai soccorritori ha detto: "Sono disperato"

Hai soccorritori! Hai soccorritori! Hai soccorritori! Soccorretemi, soccombo!

1 commento:

Luca ha detto...

E eprchè non vittima della natura che lo costringe a mangiare per vivere? E perchè non vittima della sua incapacità di essere utile al mondo?
O per te è il mondo che deve adattarsi alle capacità (o mancanza di capacità) dei singoli? :D