venerdì 30 maggio 2008

Orgoglio

Una poesia estemporanea, scritta al solito di getto.

Scelsero il silenzio,
preferiron le parole delle televisioni,
per indottrinarci
abituandoci sin da fanciulli
ad ingrassare
lasciando tracce
di culi molli su comodi divani.

E’ il benessere, la sicurezza…

Ora ci accusan di pigrizia
E mammoneria,
dicono che il mondo è a rotoli,
che per primi
staremo peggio
dei predecessori…

Sono tutti drogati e alcolizzati…

sanno i loro errori,
ma se lo tengono stretto
questo mondo.

Il PIL, il PIL…

Temono
Che possiamo
Smentirli.

(lacrime)…abbiamo fallito,
non potevamo
ammetterlo.

Orgoglio.

giovedì 15 maggio 2008

Innovazione Urbanistica


Quasi terminati i lavori di restauro in Piazza Umberto Giordano, Foggia. I medesimi, iniziati con la motivazione di cambiare la disposizione delle statue ivi contenute, hanno subito modifiche per via di un cavilloso "vincolo architettonico".
In breve. La piazza, oltre alla stauta del famoso compositore foggiano, ne presentava altre, raffiguranti alcune delle sue più celebri opere.
L'idea originaria era appunto spostare, alla rinfusa nello spazio delimitante la piccola agorà, queste ultime, cosicchè il povero Umberto potesse giocare gaiamente a "mosca cieca" con le sue creature. Ma poi, dopo avvedute indagini, è emerso che il sig. Giordano è affetto da forti spasmi artritici, risultando così, a detta di chirurgi ed ortopedici, impossibilitato a svolgere funzioni motorie. I lavori sono stati così modificati, anche se qualcuno ha presentato ricorso in appello perchè il medesimo Giordano, non ha ancora presentato certificato medico.
Fatto sta che nel frattempo si era provveduto a smantellare il manto stradale, fatto di mattonellato di marmo, e la cornice arborea, poi sostituita da giovani e rampanti alberelli.
I lavori sono prossimi all'happy end. Da indiscrezioni circolate in ambienti pugilistici, sarebbe pronta per la foggianità tutta una "sorpresona", così come l'ha definita il sindaco ex-dimissionario, missionario, dimissionario, ex Horatio Cillit Bang, per molti noto come Red Hot & Chilly Berters.
Pochi conoscono l'origine e la natura dell'indesiderato dono post-pasquale, che sarebbe scaturito dalla ferma volontà del presunto sindaco di "scusarsi" con la cittadinanza dopo le ultime discutibili notizie piovute sul suo losco conto. Stante un sondaggio condotto dal Vespa del Tavoliere, tratterebbesi di statua in piombo fuso del campione locale di pesi massimi, fu tale Miki Diccì. La statua, come hanno malignamente previsto i più, scalzerà quella del sig. emerito U. Giordano, il quale, dopo aver visto il rivale in visualità pubblica, se la darebbe a gambe levate, dimentico di ogni artrosi...


fonte: La Calzetta della Capi d'Annata

martedì 13 maggio 2008

Poetiche velleità in formato Word

Il poeta accese il computer, subito dopo una sigaretta.
Tristi, matite e penne si impolveravano nei loro appositi loculi di cartone, curiosi oggetti denominati “portapenne”.

Il timore riempie me, e mi sovviene Battisti:
“Come può uno scoglio,
arginare il mare…”

Muto il telefono, vuota la posta, elettronica e reale,
muto il poeta, chiasso nel di lui ventre.

Non da te più notizie,
ma di mia vita commenti e critiche;
forse stufa, o arrabbiata,
nell’alternanza di impazienza e
probabile delusione.

Tronfio,
sul trono delle Moire
l’infausto destino seguiva gli sviluppi del suo io,
trionfo, era ciò che sentiva.
Un tonfo, avvertì il poeta,
inerme, ristette il corpo
il cuore a naufragare

Perché tutto intorno a me tace,
perché non una parola
anche una che sia una tagliola...

Povero Amleto
privo di palco,
sordo alle campane del rischio,
timpani chiusi da odori di morte.

E la morte ridente,
a giocare a rimbalzo con i sentimenti,
con le paure…
quanti sentimenti genera la paura…
il timore al confronto si discioglie come…
beh, una metafora vale l’altra,
ma il senso…

Vite che aspettano su binari fantasma,
vite che cercano treni in perenne ritardo,
stazioni che non vedono facce
da qualcuno desiderate…
E nessuno a cui chiedere informazioni…

E tutt’intorno a me tace,
lacerante silenzio
doloroso più di sanguinolente ferite,
potessi capire, sapere…


Muri, elevati…
Innalzati da un perché immaginato
senza auspicio,
orgogli e comprensione,
sudati e forse esausti,
in interminabili scacchi e bracci di ferro
impegnati…

Amare da morire,
morire per amore,
non vivere per amore,
vivere per amore
dando vita forse…

L’alba di un altro, ennesimo nuovo giorno
attendeva al solito sorniona,
certa che di nuovo ci sarebbe stata
reiterata aspettativa, forse ancora
sofferenza, speranza…